Gnocchi di patate infornati con ragù alla bolognese
















































Bando alle ciance. Gli gnocchi non hanno bisogno di presentazioni. Alzi la mano chi non li ama. Solo un ringraziamento doveroso a chi mi ha dato l'idea: il ristorante "Tullio" di Roma, storico locale ormai sulla cresta dell'onda dal 1952 con i suoi mitici cuochi, da cui ho imparato molto.
Per praparare gli gnocchi non serve nessuna abilità particolare. Basta avere un passapatate. e una buona farina, possibilmente non troppo raffinata e biologica.

Ingredienti per 6 persone
Ti serviranno uno schiacciapatate e una pirofila da forno.

1 kg di patate a pasta bianca lessate e sbucciate, 300 g di farina '0', sale fino: sbuccia e passa le patate quando sono calde. Lascia raffreddare il purè ottenuto. Uniscilo alla farina e aggiungi un po' di sale. Impasta fino ad avere un composto compatto e morbido.
Aiutandoti con abbondante farina, stendilo con il mattarello allo spessore di mezzo centimetro.. Con un coppapasta o un bicchiere ritaglia dei dischi (il cui diametro può essere variabile dai 5 ai 10 cm).

Olio extra vergine d'oliva saporito, sale grosso: fai bollire una pentola capiente d'acqua; aggiungi sale grosso; cuoci gli gnocchi pochi alla volta e scolali mano a mano che salgono a galla. mettili su un vassoio e ungili con dell'olio, spennellando la superficie: questo impedirà che si attacchino tra loro.

500 g di ragù di carne (ma va benissimo anche salsa di pomodoro e basilico) 3-4 cucchiai di parmigiano reggiano: cospargi l fondo di una pirofila da forno con metà del ragù; disponi sopra gli gnocchi, anche sovrapponendoli parzialmente; ricopri con il restante sugo e spolverizza con il parmigiano. metti in forno a 180 °C fino a quando non avranno un aspetto gratinato in superficie.















































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Coupelle dolci



Questa storia potrebbe intitolarsi “La coupelle ritrovata”. 
Anni fa ho fatto uno stage di formazione presso il ristorante “Café Veneto” a Roma. Ho avuto la fortuna di conoscere uno chef eccezionale, Massimo D’Innocenti. Ho imparato moltissimo eseguendo le ricette che lui proponeva nel menù e nessuno dei suoi piatti è stato dimenticato; li ricordo tutti, uno ad uno, e capisco quanta “scuola” e formazione professionale fosse racchiusa in essi. Purtroppo non sono stata così brava nel memorizzare i dosaggi di tutte le ricette, specie quelle di pasticceria.
© Gourmandia

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